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Fisiognomica

Il linguaggio segreto del volto

Nella tradizione cinese, la fisiognomica (miàn xiàng) è sempre stata considerata un’arte in grado di fornire preziose informazioni sulle peculiarità di una persona.
A cura del Dr. Massimo Muccioli

Il linguaggio del volto è veramente segreto, sia perché ignorato o sconosciuto ai più, sia perché nella Cina antica “leggere” la fisionomia di una persona era considerata un’arte che il maestro rivelava solo ai suoi discepoli più fedeli e meritevoli, con l’obbligo etico di usare questa risorsa per comprendere meglio le persone ma con il solo scopo di poterle aiutare e sostenere, mai per trarne un beneficio o un vantaggio personali.

I TRE TESORI DI UN UOMO

La lettura cinese del viso si basa su un assunto teorico legato a tre sostanze che nel corpo lavorano in sinergia: il jīng 精, il qì 气 e lo shén 神. Queste tre sostanze indispensabili alla vita sono definite dalla tradizione “i tre tesori” dell’uomo. Ciascuna di queste sostanze gioca un ruolo fondamentale nel definire gli aspetti del viso.

Jīng 精 – tradotto con il termine “essenza” o “quintessenza” – è la sostanza corporea primordiale e indifferenziata, da cui deriva tutta la fisicità e la materialità della persona. Dal jīng dipende non solo il colore degli occhi o dei capelli, ma anche l’altezza, la struttura del corpo, un’infinità di altri aspetti e… la stessa durata della vita. La mente occidentale è portata a identificare il jīng con qualcosa di materiale e conosciuto, come la struttura del DNA e l’ereditarietà cromosomica, ma il concetto racchiuso nel termine jīng è molto più vasto, tanto da comprendere anche il DNA e tutto ciò che lo concerne.

Il destino di una persona dipende dai suoi talenti e dalle sue capacità naturali (jīng), da come le userà nella vita in base alle sue propensioni, pensieri e decisioni (shén), nonché dall’impegno e dagli sforzi che farà per raggiungere i suoi obiettivi (qì).

UNA TRASFORMAZIONE CONTINUA
Durante il corso dell’esistenza il jīng primordiale non solo viene consumato, ma subisce continuamente delle trasformazioni, o almeno a subirle sono la fisicità e la corporeità che da lui dipendono e derivano. A cambiare il corpo, la postura, l’aspetto delle mani e del viso sono le esperienze vissute, le tensioni, le emozioni.
Ciò accade perché il jīng e la materia sono sottoposti all’azione del qì 气, termine che potremmo tradurre – in modo limitativo – con energia. Il qì è una sostanza immateriale, impercepibile ma ubiquitaria nel corpo, lo riscalda, lo vivifica, lo rinnova e presiede a ogni trasformazione. Similmente al vento e all’acqua, che in modo impercettibile levigano e cambiano forma alle rocce, il qì agisce nel corpo trasformandolo, obbedendo all’impulso del tempo e delle esperienze.

A sua volta il qì è legato e guidato dallo shén 神, espressione che racchiude in sé gli aspetti mentali, emozionali e spirituali della persona.

Il qì cambia la materia e la fisionomia di una persona, ma lo fa in base alle esperienze, ai pensieri e alle emozioni vissute dallo shén che lo guida e lo influenza continuamente. L’azione del qì si esercita sulla materia e sulla forma del corpo e del viso, aspetti che sono diretta emanazione del jīng.

Lo shén decide la direzione delle nostre vite, è fatto di pensieri ed emozioni che si tramutano in energia capace di plasmare e modificare impercettibilmente i nostri volti. Quanto vissuto dallo shén influenza l’attività del qì che a sua volta plasma la materia lasciando segni e tracce sul viso.

ELEMENTI DEL VISO

Nell’osservare un volto la tradizione cinese vede nel viso – in una similitudine con la natura – monti e valli. I monti sono espressione dello yáng, della forza vitale e dell’irruenza della persona, le valli sono invece espressione dello yīn e dunque della flessibilità e della pacatezza.

Tutte le emersioni dal viso sono monti, così le bozze frontali, il naso, il mento, gli zigomi; mentre sono valli le guance, le pieghe naturali del volto, gli infossamenti del padiglione auricolare.

Una persona con un naso evidente e prorompente esprime personalità, capacità di emergere mentre al contrario un naso piccolo tende a manifestare una scarsa propensione nel farsi spazio e nell’imporsi.

Ogni elemento del viso è poi attribuito a uno dei classici “Cinque Elementi” del pensiero cinese: Legno, Fuoco, Terra, Metallo, Acqua. A ciascuno di questi elementi corrisponde l’attività di un organo corporeo, di una zona del viso ma anche una particolare propensione del qì e della persona.

Le orecchie sono correlate all’Acqua e al Rene, alla fiducia in sé, alla capacità di correre rischi, alla saggezza, mentre il naso è relazionato al Metallo, alla forza del qì e al Polmone, dunque alla capacità di lavorare e produrre cose e denaro.

NIENTE È CASUALE

La fronte è espressione dell’attività del Legno e del Fegato, corrisponde alla capacità mentale e spirituale mentre il mento esprime la forza della Terra e dell’organo milza/pancreas, che si manifesta con la caparbietà e un impegno stabile e affidabile. Gli zigomi sono invece connessi al Fuoco e al Cuore: se molto pronunciati esprimono emotività e una tendenza a voler imporre il proprio modo di sentire.

Allo stesso modo ogni altra parte del viso come le labbra, la bocca, i denti, gli occhi, le sopracciglia, l’attaccatura dei capelli ecc… sono associati a un elemento, a uno specifico movimento di energia, a propensioni e qualità particolari. Ciascuno di questi aspetti può avere una infinità di variazioni, può essere più o meno evidente, può mostrare differenze di allineamento oppure alterazioni dovute alla presenza di nei, rughe, cicatrici. Ogni cosa assume un significato specifico, nulla è ritenuto casuale poiché il qì nel depositare la materia obbedisce e si conforma ai pensieri dello shén, alle emozioni vissute, allo slancio dell’anima e inevitabilmente lo fa basandosi sul jīng e sulla materia esistente.

LA FORMA DEL VISO

L’aspetto complessivo del volto è in parte conseguenza dell’abbinarsi dei singoli elementi, ma dipende anche dalla prevalenza di alcune forme geometriche che ne costituiscono la base strutturale.

Un viso a forma di rombo sarà con evidenza dovuto alla prominenza degli zigomi e come tale è espressione dell’elemento Fuoco: è legato all’emotività, a un carattere volubile e bizzoso con tendenza a voler imporre le proprie ragioni.

Un viso quadrato richiama la Terra e l’operosità, è il viso di persone energiche, pratiche, concrete, che sanno custodire i segreti.

Il viso Metallo è allungato e rettangolare, stretto in modo uniforme come se si fosse sviluppato tra due argini rigidi senza possibilità di espandersi liberamente: da una parte esprime rigidità ma dall’altra è indice di una tenuta e di una determinazione innata capace di portare spesso al successo. L’elemento Acqua si esprime nella rotondità del viso con una fronte di dimensioni contenute, larga più o meno come il mento. È l’aspetto tipico di persone spiritose e allegre ma il cui pensiero è sempre poco evidente, quasi nascosto. Questi soggetti, di là delle apparenze, sono molto riflessivi.

Un soggetto Legno ha infine un viso a forma di triangolo che si allarga in alto, la sua fronte appare ampia e spaziosa e i suoi pensieri elevati ma spesso dispersivi, sempre poco legati al denaro o al proprio profitto. È il viso tipico degli intellettuali, dei creativi, degli inventori.

CI VUOLE UNA VISIONE D’INSIEME
Rispetto al corpo e alla mano, il viso ha la peculiarità di essere sempre “esposto” alla lettura, ma non è possibile esaurire in un articolo un argomento così vasto e complesso. Per apprendere quest’arte – incredibilmente efficace e attendibile – serve essere guidati e istruiti a una giusta osservazione, in modo da non dare troppa importanza a un singolo segno ma piuttosto alla convergenza di elementi tra loro similari e risonanti. La figura del maestro nell’antichità o di un insegnante oggi appare in questo insostituibile, anche se quest’arte richiede doti personali di percezione e intuizione che possono, con la giusta applicazione, essere allenate e rafforzate.

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